08 maggio 2006

Sarò a Londra a fine Maggio

Londra ha avuto per anni il fascino della meta finale, quella che non potevo mancare e che mi avrebbe aperto le porte del tè.
Poi ci sono stato (nel 2003) e ho visto tanti Starbucks, tanti Caffé Nero, tante catene di negozi tutte uguali in una città dall'architettura fantastica. Delusione.
Il negozio Tea House in Neal Street è carino ma non ha niente da farti strappare i capelli. Anzi fa storcere il naso il confezionamento fatto in sacchetti trasparenti e lasciati sugli scaffali a impolverarsi. L'oggettistica è varia e colorata ma niente di scelto o di raffinato.
Dopo la mia visita a Londra mi convinsi che la meta finale di cui sopra, sarebbe stata Parigi. Ed infatti confermo che Parigi è la città più teisticamente emozionante che ricordi.
Monsieur Maiolino, titolare della Maison des Trois Thés, nega e sostiene che Parigi ha ormai perso molto del suo prestigio in questo campo e, sempre a suo dire, siamo noi italiani ad emergere per qualità e scelta. Magari ha ragione. Magari mi adulava perché stavo lasciando un capitale sul banco del suo locale. Certo ritornerò a farmi incantare dai comptoirs francesi.

Ma ora il 18 vado a Londra. Ho intenzione di godermi un Afternoon Teatime (anche se odio giacca e cravatta e sto cercando alternative), di visitare di nuovo una delle città più belle del mondo e di scoprire nuovi negozi da raccontare.
Per il momento sto raccogliendo materiale e quindi se avete suggerimenti e consigli: "fuori i nomi".

Grazie

7 Comments:

At maggio 10, 2006 7:00 PM, Blogger bibliotèq said...

sicuramente sputtanata ma io un salto da Whittard lo farei, sono sempre negozi allegri anche se il profumo degli aromatizzati impedisce di assaporare le finezze dei darjeeling firs flush e simili. Devo concordare con te che gli inglesi non hanno negozi emozionanti, sepre un pò troppo obsoleti e alla fin fine standardizzati. Però puoi trovare oggettistica interessante e scatole divertenti.
Sappi che ti aspetto a Roma!!! Se passi fammelo sapere cosi faccio un salto a trovarti anche se sei di passaggio!

 
At maggio 13, 2006 8:29 PM, Blogger Andrea said...

Browns e Ritz sono tra i sogni. Unica cosa è il Dress Code (odio giacca e cravatta) e quindi temo il gran rifiuto.
Whittard è tra le mete, oltre al Bramah Tea Museum e 2 nuovi teashops che mi hanno consigliato.
Fortnum è vicino all'albergo che abbiamo prenotato e quindi "vado a farci colazione" (troppo cool!)

 
At maggio 21, 2006 5:36 PM, Anonymous Anonimo said...

Bevo il te' inglese ma preferisco quello cinese, soprattutto il gelsomino, che ha un aroma molto piu' piacevole e delicato. Il darjeeling ad esempio e' impossibile da bere da solo senza latte.

 
At maggio 23, 2006 5:56 PM, Blogger Andrea said...

Non amo aggiungere latte e soprattutto zucchero ai tè che bevo, e di certo non lo aggiungere ad un Darjeeling First Flush (raccolto anticipato primaverile).
Se il gusto è troppo forte (amaro) prova a diminuire le dosi, anche perché il Darjeeling è un tè generalmente ben gradito e piace molto a tutti.
Ovviamente cosa diversa è il gusto personale.

 
At giugno 08, 2006 5:14 PM, Anonymous Anonimo said...

A proposito di Parigi, sono stata da Mariage frères tre settimane fa, e una signora accanto a me ha preso un tè che le hanno servito in una teieradi vetro trasparente, in cui si vedeva il bel colore giallo dell'infusione. Dalla teiera poi lei versava il tè nella tazza attraverso una sorta di colino: non ho avuto il coraggio di chiedere che cosa fosse, ma che si tratti del famoso tè giallo cinese che da Mariage frères ha come prezzo di listino 37 euro?
Altrimenti di cosa si potrebbe trattare? perché mi ha alquanto incuriosito!
Marina

 
At luglio 06, 2006 10:12 AM, Blogger bibliotèq said...

Perfettamente in accordo con Andrea, il darjeeling, non dovrebbero toccare il latte, la loro peculiarità è proprio quella di avere un ampiezza di profumi enorme con una spiccata tendenza alle erbe aromatiche che con il latte... Meglio un Assam o ancor meglio i Kenya e le miscele fatte apposta per il bianco liquido. Per rispondere a Marina ( perdona Andrea se prendo il tuo posto) è difficile dire cosa hanno servito alla signora, moltissimi tè hanno un liquore giallo, basta pensare alla maggior parte dei Sencha. Il giallo di cui parli è uno Yin Zhen che subisce la lavorazione del giallo e si chiama Yunh Shan Yin Zhen, viene prodotto nello Hunan, Mariage lo vende ad un prezzo assurdo :37 euro per 20grammi... dovrebbe costare intorno ai 30 euro l'etto!; se prima era introvabile ora non è così difficile da reperire, dagli anni 70 in Cina hanno ripreso a produrre molti tipi di tè gialli e ora molti importatori li hanno sui listini.

 
At novembre 14, 2008 8:06 PM, Anonymous Anonimo said...

se vi capita di passare pre bologna vi suggerisco una fermata al caffè terzi di via oberdan, grande cultori di te oltre che di caffè. il corso sull'avvicinamento al te lo suggerisco a chiunque, non fosse altro per assaggiare dei te strepitosi e per sperimentare come infonderli.

 

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