Recensione: Peck - Milano 2004
E' da tutti considerato il Tempio della Gastronomia meneghina e con ottime ragioni visto l'assortimento e la qualità dei prodotti.
Da qualche anno, poi, vende anche il tè e lo serve nella caffetteria-ristorante al secondo piano.
Ci sono stato lo scorso anno, in Aprile e ci sono ritornato ogni giorno durante la breve permanenza.
Da qualche anno, poi, vende anche il tè e lo serve nella caffetteria-ristorante al secondo piano.

L'assortimento di tè era molto ricco e curato e di chiara provenienza francese (Le Palais des Thés) e occupava una discreta parte del secondo piano: tra il caffé e la cioccolata. Una commessa, molto carina e in divisa, si occupava sia del settore tè che del caffé, ma era in evidente difficoltà con le spiegazioni delle varie tipologie offerte. Un buon assortimento dell'oggettistica tipica del Palais e qualche teiera in ghisa giapponese.
Ad essere sincero mi aspettavo di più. Mi aspettavo una selezione più rigorosa e aderente ai prezzi praticati (che erano discretamente alti) e una maggiore preparazione nell'assistenza al cliente (a mio avviso la pecca più grave dei grandi negozi).

Ma il dramma vero si è consumato al momento della degustazione.
Ho ordinato del Darjeeling del giardino Margaret's Hope e mi hanno presentato una bella e ampia teiera di porcellana con il marchietto Peck, di almeno 800ml se non maggiore
Le foglie purtroppo erano state messe in infusione direttamente nella teiera senza un filtro o altro espediente per evitare una sovrainfusione con la conseguenza che, dopo la prima discreta e la seconda più astringente, le altre tazze erano poco bevibili e la soddisfazione del consumatore (cioè mia) molto bassa.
A loro parziale giustificazione (?) il fatto che io avessi scelto l'ora di pranzo per gustare il mio tè. Stiamo parlando comunque di Peck, cioè della promessa di una qualità e di una impeccabilità che purtroppo non ho potuto documentare.
A conclusione dell'esperienza, la signora addetta alla cassa aveva un atteggiamento assolutamente poco cordiale, infastidito, di chi ti fa un piacere e non ne ha punto voglia.
Una delusione.
So però che Peck ha cambiato fornitore e quindi anche l'assortimento di tè.
Credo si rifornisca sempre in Francia (presso M.me Tseng) e offre ora una scelta più sofisticata di origini e varietà.
Spero che questo abbia inciso anche sul servizio, migliorandolo.
I contatti on line sono gestiti con molta cura e precisione.
4 Comments:
non commenterò la tua esperienza, purtroppo è capitato anche a me in altri posti "importanti" di prendere cantonate... ma mi interessa la tua sensazione sul darjeelin di Margaret's Hope.
Io ne ho un second flush 8 lo so che i first sono più ricercani ma a me picciono quelli con un poco più di struttura). Al naso e al gusto spicca una nota leggermente pepata che mi ricorda (assurdo vero?) le tipicità degli Assam migliori, certo che poi al palato escono erbe aromatiche e non il malto però mi incuriosisce questa differenza del "Margaret" con altri Darjeeling di alto lignaggio.
Purtroppo il Margaret's Hope non me lo sono goduto!!! era comunque un secondo raccolto e concordo con il tuo giudizio: si ha l'impressione di avere una vivacità maggiore del Castleton (che però preferisco) e credo dipenda dall'origine delle piante presenti nel giardino, che sono parte Camellia Assamica e parte Sinensis.
Confesso che non sono preparatissimo sui tè indiani.
Non ho finora assaggiato un First Flush che mi abbia realmente appassionato. L'ho preso da Mariage Frères lo scorso Novembre e non ricordo grandi sconvolgimenti (tranne che al conto), soprattutto perché assomigliava ad un dozzinale Fortnum and Mason comprato a Londra.
E' da un po' che voglio assaggiare i tè del giardino Jungpana e ritrovare un Darjeeling verde veramente buono (si chiama Manjee Valley).
Ciao Andrea,
Probabilmente sono fuori tempo massimo per il comento, ma so che Peck si riforniva da Dammann (proprietario anche di Betjeman & Barton) nel 2005. Gia all'origine la Dammann pratica prezzi alti a fronte di una qualità medio-alta. Il Peck poi aggrava la situazione (Yin Zhen rovinato a 400 euro al Kg?!? pagato all'ingrosso da Dammann sui 160. Troppo per la qualità che offrono).
La "cortesia" dei commessi di Peck è poi famosa in tutta la lombardia...
Però l'addetto alla macelleria era la cortesia in persona e soprattutto simpatico.
Devo ritornare da Peck perché un solo giudizio non basta. Spero di farlo entro l'anno!!!
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