22 giugno 2006

Finalmente Harrod's

La stazione della metropolitana vi scodella proprio davanti al tempio, su uno dei lati del celeberrimo palazzo con la cupolina.
L'ingresso è doverosamente accompagnato da una certa ansia da prestazione e dalla consapevolezza di quanto leggero fosse il mio portafogli. Troppo poche 70 sterline per le mie fantasie e soprattutto rispetto ai prezzi praticati qui dentro.
La volta precedente avevo saltato l'evento con sincera non curanza. Ho pensato se ne potesse fare tranquillamente a meno e sono tornato in Italia sereno.
Adesso invece ho bisogno di completare la sacra triade dell'Impero del Gusto: Peck, Fauchon e Harrod's.
Diciamo subito che la situazione è migliore rispetto a Fortnum. Qui di tè ce n'è anche sfuso con un discreto assortimento: tè verdi cinesi e del Darjeeling, i tradizionali tè neri e le miscele di gusto inglese e poi accessori e altro.
C'è anche un bel libricino verde che è il catalogo dei tè offerti dalla maison. Decorativo e costoso.
Ma il gusto del negozio è nella meravigliosa opulenza della food hall con l'assortimento eccessivo di prodotti provenienti da tutto il mondo e anche di prodotti insoliti: uova di gabbiano e di altri volatili, biltong e acqua delle Fiji.
Suggerimento: la qualità del tè è discreta e anche la scelta non lascia indifferenti. Ma non soddisferà i Tea Hunters più estremi (quelli che inseguono i tè chimera, per intenderci). Allora prediligete semplicemente l'apparenza e comprate il marchio: mugs, tazze e accessori vari vi riporteranno sempre alla mente il viaggio e Harrod's.

09 giugno 2006

Un'altra delusione: Fortnum and Mason

Forse esagero nelle mie impressioni negative e forse la mia seconda visita ad uno dei più celebrati negozi di Londra (ergo del mondo?) non era accompagnata dall'emozione della prima volta, comunque è stata una delusione.
L'angolo dedicato al tè è ampio ma senza lode. Tante scatole di latta belle e colorate contengono le tradizionali miscele della casa: Fortmason ecc.
Poi bustine. Confezioni regalo. Shortbread.
Questo è tutto.
La cosa migliore della visita è stata la vista di un imperturbabile signore giapponese, seduto compito su una delle sedie all'uopo adibite per concedere riposo agli accompagnatori, mentre attorno a lui moglie e figlie svolazzavano in preda all'ansia dell'acquisto mostrandogli di continuo prodotti e meraviglie.

01 giugno 2006

Seconda tappa: la ricerca del Bramah Tea and Coffee Museum

Era una delle mete che mi ero prefisso. La visita del museo messo in piedi da Edward Bramah mi era già sfuggita la volta precedente, quindi partivo preparato con tutte le indicazioni necessarie, l'indirizzo e anche una specie di mappa del tesoro con tanto di X.
Spezzo immediatamente l'incantesimo per dirvi che è stata un vana ricerca.
Colpa mia. Non ricordavo l'indirizzo e non avevo portato con me i fogli stampati con le informazioni prese dal sito internet. La guida che avevamo acquistato riportava il museo nei pressi di Tower bridge e quindi abbiamo girato sotto l'acqua tutta la zona adiacente il ponte e in particolare Butler's Wharf (che è bellissima e piena di negozi). Inutile anche chiedere ai pochi residenti che hanno accettato di rispondere. Nessuno conosceva il Bramah tea etc.
Ovvio l'indicazione precisa è due minuti da London Bridge Station! no da Tower Bridge.
Delusione.
Comunque l'indirizzo preciso è:
Bramah Museum of Tea and Coffee
40 Southwark Street
London SE1 1UN